Precedenti indagini che hanno valutato la causa genetica della cardiomiopatia ipertrofica pediatrica hanno trovato sottostanti mutazioni genetiche nel 50-60% dei casi.
Lo scopo dello studio è stato quello di analizzare se questo numero può essere aumentato applicando il sequenziamento di nuova generazione.
Un totale di 42 pazienti con diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica prima dei 18 anni di età sono stati trattati presso il Pediatric Heart Center ( Justus-Liebig University di Giessen in Germania ) nel periodo 2000-2016.
L'analisi genetica è stata effettuata su 36 soggetti, un difetto genetico è stato rilevato in 29 pazienti ( 78% ).
15 individui ( 42% ) presentavano varianti patogene in geni codificanti per le proteine del sarcomero e 5 ( 14% ) in geni codificanti per i componenti della via di segnalazione RAS/MAPK.
4 soggetti ( 11% ) presentavano mutazioni nel gene GAA ( malattia di Pompe ) e 3 ( 8% ) avevano espansioni ripetute di fratassina ( atassia di Friedreich ).
Un paziente, ciascuno, aveva una mutazione in BAG3 e LMNA.
La discussione dei casi di cardiomiopatia ipertrofica non-risolti dopo l'esecuzione del sequenziamento di nuova generazione ( 28 geni ) in un Consiglio interdisciplinare ha confermato la causa genetica in 9 soggetti ( 25% ).
Dallo studio è emerso che una diagnosi genetica definitiva può essere raggiunta in circa l'80% dei soggetti pediatrici con cardiomiopatia ipertrofica.
Il sequenziamento di nuova generazione in combinazione con una cooperazione multidisciplinare può migliorare sostanzialmente la resa diagnostica.
Questo può essere importante per la stratificazione del rischio, la pianificazione del trattamento e la consulenza genetica. ( Xagena2018 )
Rupp S et al, Clin Res Cardiol 2018; Epub ahead of print
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